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Limiti alla sperimentazione: il secco NO di un premio nobel

In un’intervista rilasciata alla BBC, il Nobel per la Medicina 2014 John O’Keefe ha messo in guardia dai pericoli di una legislazione che limita la ricerca sugli animali e il libero movimento degli scienziati attraverso le frontiere:

“È fuor di dubbio che se vogliamo fare progressi in aree fondamentali della medicina e della
biologia dobbiamo usare animali.”

“C’è la preoccupazione che l’intero sistema di regole possa iniziare ad essere troppo difficoltoso, potrebbe essere limitante.”

Le sue preoccupazioni sono fondate. In un precedente articolo [di Speaking of Research n.d.t.] si parlava del ruolo chiave della registrazione dell’attività di singoli neuroni di ratto nelle scoperte di John O’Keefe, May-Britt Moser ed Edvard Moser. L’articolo parlava anche di altre due scoperte fatte grazie alla ricerca di base sugli animali, la cui importanza è stata riconosciuta da dei premi: la stimolazione cerebrale profonda nella malattia di Parkinson e il massaggio infantile a neonati prematuri. Tuttavia, in molti Paesi si ha una crescente pressione di gruppi animalisti sulla politica affinché la sperimentazione animale venga limitata o addirittura vietata. Gli scienziati hanno un ruolo fondamentale nel preservare queste importanti ricerche, sia di base che traslazionali, ed accogliamo con piacere le parole di John O’Keefe. È un esempio che gli scienziati di tutto il mondo dovrebbero seguire. La questione dell’immigrazione, tuttavia, non è meno importante per la scienza e John O’Keefe lo sa meglio di chiunque altro. Nato a New York, ha ottenuto il PhD a Montréal sotto la supervisione del rinomato psicologo Ronald Melzack, prima di trasferirsi nel Regno Unito per una postdoctoral fellowship. È grazie all’ambiente accademico britannico e all’UCL che egli ha avuto la possibilità di fare le sue scoperte ed è sempre grazie a loro che successivamente May-Britt ed Edvard Moser hanno potuto lavorare nel suo laboratorio come post-doc. Affinché la scienza possa prosperare, gli scienziati debbono essere liberi di andare in centri d’eccellenza di altri Paesi per acquisire conoscenze e instaurare collaborazioni fondamentali in molti campi della ricerca del XXI secolo. Tale libertà è minacciata dal miope isolazionismo di molti Paesi. Ad esempio, all’inizio dell’anno la Svizzera ha minato alla base il suo primato nella ricerca scientifica a causa di una nuova legge sull’immigrazione che minaccia la possibilità di reclutare bravi scienziati all’estero ed ha interrotto la propria partecipazione a un importante programma di ricerca europeo. L’allarme lanciato da O’Keefe ricorda che minacce alla ricerca scientifica possono arrivare da molte parti e che è necessario l’appoggio dei sostenitori della scienza per difendere le libertà su cui la scienza stessa si fonda.

Articolo originale: http://speakingofresearch.com/2014/10/07/nobel-prizewinner-warns-of-threats-to-
science/

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