A Green Hill non sono mai stati uccisi 6.000 cuccioli di beagle
Di seguito riportiamo il comunicato stampa della Marshall che fa chiarezza sulle esorbitanti cifre riportate dai giornali e dalle associazioni animaliste riguardo i decessi dei cani all’interno della struttura di Green Hill.
Del CS di Marshall purtroppo non c’è traccia su nessun giornale e nessuno si preoccupa di rettificare.
Nello scorretto conteggio inserite anche le normali morti naturali in occasione del parto, mentre sono solo 44 i casi contestati
Negli articoli a commento della sentenza di primo grado nel processo riguardante Green Hill risulta particolarmente enfatizzata la cifra di 6023 beagle deceduti, uccisi: si dice in alcuni titoli, frutto della mala gestione dell’allevamento.
Al riguardo, riteniamo opportuno specificare che:
1) Il dato riguarda quasi 5 anni di gestione anche se l’accusa aveva inizialmente dichiarato che riguardasse 2 anni di attività, portata successivamente a 4 anni.
2) Ma soprattutto il dato è riferito alla normale mortalità da parto della specie.
3) Nei 5 anni presi in esame ci sono stati più di 3000 parti, considerando la mortalità dovuta al parto, si arriva facilmente alla cifra riportata che serve solo a impressionare e a giustificare una sentenza contro cui abbiamo già annunciato il ricorso.
3) E’ un dato normale nella gestione di un allevamento delle dimensioni di Green Hill. Sicuramente migliore, tral’altro di quello attuale delle nostre fattrici sotto sequestro
4) Quel dato, inoltre, citato dal PM, non è stato contestato a livello processuale, in cui gli unici decessi nel capo d’imputazione riguardano 44 eutanasie di esemplari malati non ritenute necessarie dal PM.
#BastaBugieSuGreenHill
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- Pubblicato in: Attualità♦Green Hill
L’ha ribloggato su Cavolate in libertàe ha commentato:
Continua il processo a mezzo stampa per green hill facendo uscire articoli strappalacrime con numeri gonfiati. Imho i parallelismi con il processo verso la CGR stanno aumentando.
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Non avete capito bene………………la civiltà umana è in evoluzione, un tempo c’era il Colosseo, le crociate, l’Inquisizione, i gulag in Siberia, la Atomica sul Giappone il mercato degli schiavi, ora ci sono le sofferenza di animali migliori di noi. La tragedia della vita è fatta sulla sofferenza di altre vite per gli arricchimenti di altri. Roba della barbarie del neolitico che l’uomo deve cancellare nella sua evoluzione.
Devono essere ammessi solo metodi alternativi, nessuno deve soffrire per altri.
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Quando saranno disponibili metodi che non utilizzino animali per tutti i campi della ricerca biologica, allora gli animali non saranno più necessari. Sino a quel momento rimangono indispensabili in alcuni casi.
Resta il fatto che, in natura, la vita di qualsiasi essere vivente (piante escluse) implica la morte di altri esseri viventi. E questo vale per tutti, anche per lei.
Non riconoscerlo dimostra una visione Disneyana della Natura, che non corrisponde però alla realtà oggettiva dei fatti.
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